Il carcinoma cutaneo a cellule squamose (CSCC) insorge prevalentemente sulla pelle che viene esposta cronicamente al sole. Le regioni corporee più frequentemente colpite sono dunque il cuoio capelluto, il volto e il collo, il dorso delle mani e gli avambracci, la regione tibiale.
La presentazione clinica del CSCC è molto eterogenea perché presenta caratteristiche diverse a seconda della fase di sviluppo tumorale (Figura 1). Il CSCC, infatti, origina solitamente da neoformazioni cutanee chiamate “cheratosi attiniche”, che vengono definite come precancerosi, ossia lesioni non propriamente tumorali ma che potenzialmente possono trasformarsi in un tumore. Le cheratosi attiniche sono nella maggior parte dei casi lesioni rossastre, ma talvolta possono apparire anche di colore marrone chiaro o scuro, oppure presentare entrambi i colori. Possono essere ricoperte da squame o croste. Hanno la tendenza a crescere lentamente, e occasionalmente sono associate a prurito e/o sanguinamento. Quando sono infiammate, presentano un alone rossastro. Al tatto, si ha la sensazione di passare le dita su una superficie ruvida.
La fase successiva alla cheratosi attinica è quella del CSCC in situ (detto anche morbo di Bowen), che coinvolge solo lo strato più superficiale della pelle, e che si presenta come una singola chiazza o placca rossastra, talvolta ricoperta da una crosta, persistente, tendente alla desquamazione (in particolare in corrispondenza dei margini). In generale è asintomatico, ma, come nel caso delle cheratosi attiniche, può talora essere associato a prurito e/o sanguinamento.
Sia la cheratosi attinica che il CSCC in situ si presentano sotto forma di lesioni piatte, non rilevate né infiltranti (vale a dire che, alla palpazione, non dimostrano di avere uno spessore) (Figura 1). Talvolta, premendo su una di queste lesioni si può avere dolore: questo è un segnale che la neoformazione potrebbe già essere infiltrante e dovrebbe essere trattata tempestivamente.

Figura 1. Presentazione clinica e rappresentazione schematica delle fasi di trasformazione del carcinoma cutaneo a cellule squamose (CSCC) dalla cheratosi attinica alla neoplasia invasiva.
Le forme di CSCC invasivo si presentano come placche o noduli palpabili e, molto spesso, crescono rapidamente e possono ulcerarsi in superficie, sanguinando e formando croste. Può coinvolgere anche le labbra, l’ano ed i genitali.
Una forma particolare di CSCC è il cheratoacantoma, che si presenta con una caratteristica forma a cratere con crosta centrale (Figura 2). Il cheratoacantoma, nonostante si caratterizzi per una crescita rapida, è una forma di CSCC a basso rischio.

Figura 2. Presentazione clinica di un cheratoacantoma, neoplasia istologicamente assimilabile ad un CSCC ben differenziato ma che può tendere alla regressione spontanea.
In caso di comparsa di nuove neoformazioni cutanee che non guariscono da sole in circa 2 mesi, e in particolare in soggetti a rischio (pelle, occhi e capelli chiari; storia di esposizione al sole; sistema immunitario compromesso), occorre sempre rivolgersi ad un dermatologo per il corretto inquadramento diagnostico. Oggi la diagnosi dei carcinomi cutanei (e del melanoma) è sempre più precoce, grazie alla diffusione su larga scala della dermoscopia e di nuove tecnologie per il controllo delle neoformazioni cutanee.
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▼ I testi dell’area pubblica del sito sono stati realizzati con la collaborazione di: Dottor Francesco Spagnolo Dirigente Medico, U.O. Tumori Cutanei, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova; Dottoressa Claudia Trojaniello, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Napoli; Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale, Napoli