I controlli e gli esami ai quali occorre sottoporsi in seguito alla diagnosi di un carcinoma cutaneo a cellule squamose (CSCC) sono variabili e dipendono principalmente dall’aggressività della neoplasia e da alcune caratteristiche del paziente, tra le quali la più importante è rappresentata dalla compromissione del sistema immunitario (Figura 1).

Figura 1. Rappresentazione schematica delle visite ed esami a cui si devono sottoporre i pazienti con carcinoma cutaneo a cellule squamose (CSCC).
Le forme di CSCC a basso rischio non hanno la capacità di diffondersi a distanza, e quindi di localizzarsi nei lifonodi o negli organi interni (come polmoni e fegato). Pertanto, in caso di diagnosi di cheratosi attiniche, CSCC in situ (morbo di Bowen) e CSCC invasivi a basso rischio adeguatamente asportati chirurgicamente, non è necessario sottoporsi ad esami strumentali (come ecografie o TAC) perché il rischio che si incorre è principalmente quello di sviluppare un altro tumore cutaneo. Per un soggetto con precedente asportazione di CSCC, infatti, il rischio di svilupparne un altro è di circa il 40% dopo 5 anni e del 70% dopo 10 anni. Bisogna quindi sottoporsi ad una visita dermatologica con dermatoscopia.
- ogni 6-12 mesi per la diagnosi ed il trattamento precoce di eventuali nuove lesioni.
- Per i pazienti con sistema immunitario compromesso le visite andrebbero eseguite con maggiore frequenza (ogni 3-6 mesi).
- I soggetti con gravi patologie legate a compromissione del sistema immunitario, e coloro i quali hanno ricevuto un trapianto d’organo, dovrebbero sottoporsi a visita dermatologica periodica anche se non hanno mai ricevuto diagnosi di carcinoma cutaneo.
I controlli del CSCC ad alto rischio prevedono visite dermatologiche frequenti per il rischio, oltre di sviluppare altri tumori cutanei, di sviluppare una recidiva locale (vale a dire, il tumore precedentemente trattato può riformarsi nella stessa sede).
Le visite dermatologiche andrebbero eseguite:
- ogni 3-6 mesi per i primi 2 anni (quando il rischio è maggiore),
- poi ogni 6-12 mesi. Considerato che il CSCC ad alto rischio può anche diffondersi nei linfonodi, sebbene in una minoranza dei casi, oltre alla visita dermatologica occorre sottoporsi, con la medesima frequenza, ad una ecografia delle stazioni linfonodali.
Infine, in presenza delle forme di CSCC più aggressive (localmente avanzate o metastatiche), per la diagnosi di eventuali metastasi a distanza vengono anche indicate indagini strumentali, quali TAC, PET o risonanza magnetica.
• Il tipo di esame e la frequenza delle indagini strumentali sono strettamente dipendenti dalla regione anatomica in cui è stato rimosso il tumore e dalla valutazione del rischio.
• I soggetti con CSCC avanzato devono essere seguiti in un centro di riferimento per il trattamento delle neoplasie cutanee, e tutti i casi valutati da gruppo multidisciplinare. Tale gruppo è utile comprenda le figure chirurgiche (dermatologo, chirurgo plastico, chirurgo specialista nel distretto interessato dalla malattia, quale chirurgo maxillo facciale, chirurgo muscolo-scheletrico), il radioterapista e l’oncologo medico.
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▼ I testi dell’area pubblica del sito sono stati realizzati con la collaborazione di: Dottor Francesco Spagnolo Dirigente Medico, U.O. Tumori Cutanei, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova; Dottoressa Claudia Trojaniello, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Napoli; Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale, Napoli