Quali sono i fattori di rischio del carcinoma squamoso cutaneo? Esistono fattori di maggiore predisposizione allo sviluppo del carcinoma squamocellulare della pelle?
I principali fattori di rischio associati all’insorgenza di un carcinoma squamocellulare della cute sono rappresentati dall'esposizione ai raggi UV, sia naturali che artificiali, età avanzata, fototipo chiaro e immunosoppressione (Figura 1).

Figura 1. Principali fattori di rischio associati all’insorgenza di carcinomi squamocellulari cutanei
L’esposizione ai raggi UV come fattore di rischio del carcinoma squamoso cutaneo
Il tipo di esposizione correlata a maggior rischio di carcinoma squamocellulare cutaneo è rappresentata dalla esposizione cumulativa cronica alle radiazioni UV e rappresenta il fattore di rischio ambientale più importante. Nel 90% dei casi, il tumore insorge infatti su aree anatomiche cronicamente esposte ai raggi ultravioletti, come il distretto cervico facciale e la regione dorsale delle mani e degli avambracci ed è più comune nei soggetti che lavorano all’aperto. Inoltre, le fonti artificiali di radiazioni UV, come la terapia PUVA e i dispositivi di abbronzatura indoor, sono implicati nella formazione del carcinoma squamocellulare, con un rischio più elevato per i pazienti che si espongono in età inferiore ai 25 anni. Pertanto, evitare una eccessiva esposizione ai raggi UV fin dall’età infantile costituisce la prima indicazione in termini di prevenzione primaria per questa neoplasia. Alcuni fattori di rischio ambientale ben conosciuti, anche se meno impattanti rispetto all’esposizione ai raggi UV, includono l’esposizione ad agenti chimici come pesticidi ed erbicidi, all’arsenico e agli idrocarburi policiclici aromatici.
Il fototipo chiaro e altri fattori genetici di rischio del carcinoma squamoso cutaneo
I fattori genetici (colore chiaro della pelle, fototipo I e II) rendono la cute più sensibile all’esposizione cronica alle radiazioni UV e quindi promuovono l’effetto dei fattori ambientali che causano la trasformazione delle cellule normali in cellule cancerose (effetto sinergico). Una aumentata incidenza di carcinoma squamocellulare è stata anche riportata in pazienti affetti da genodermatosi (quali l’albinismo muco-cutaneo, lo xeroderma pigmentoso e l’epidermodisplasia verruciforme), che sono associate con fotosensibilità e difetti di riparazione del DNA. Infine i processi infiammatori cronici di lunga durata come quelli presenti in alcune malattie genetiche (come l’epidermolisi bollosa), in ferite croniche, ustioni, cicatrici e ulcere degli arti inferiori possono contribuire allo sviluppo di carcinomi squamocellulari cutanei.
L’immunodepressione come fattore di rischio del carcinoma squamoso cutaneo
L’immunosoppressione è un altro rilevante fattore di rischio per lo sviluppo di carcinomi squamocellulari cutanei. L’immunosoppressione può promuovere lo sviluppo e la progressione delle lesioni a causa della minore capacità del sistema immunitario di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali oppure le cellule infettate dall’HPV, che è considerato una delle cause dei carcinomi squamocellulari. Alcuni trattamenti farmacologici possono causare immunosoppressione, come le terapie utilizzate per il trapianto di organi e per le malattie autoimmuni croniche, che sono associate ad un aumentato rischio di carcinoma squamocellulare. Tutti gli agenti immunosoppressori e i farmaci biologici hanno un impatto su questo rischio, anche se in misura diversa. Un tipico esempio di immunosoppressione indotta da terapie farmacologiche è rappresentato dai pazienti che sono stati sottoposti a trapianto d’organo e che hanno un rischio di sviluppare carcinoma squamocellulare cutaneo da 65 a 250 volte maggiore rispetto alla popolazione generale, a causa dei farmaci immunosoppressivi che devono essere utilizzati per evitare il rigetto dell’organo trapiantato. I soggetti che hanno ricevuto un trapianto di cuore o polmone hanno un rischio maggiore rispetto a chi ha ricevuto un trapianto di rene, a causa della necessità di utilizzare farmaci immunosoppressivi più forti. L’utilizzo di glucocorticoidi, una classe di farmaci con proprietà immunosoppressive ed utilizzate comunemente per il trattamento di diverse patologie infiammatorie acute e croniche, è associato ad un rischio doppio di sviluppare un carcinoma squamo cellulare cutaneo.
I pazienti con patologie ematopoietiche, come il linfoma o la leucemia, hanno un rischio di sviluppare carcinoma squamocellulare cutaneo da 8 a 10 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Inoltre, soggetti con infezione da HIV o pazienti malati di AIDS, oltre ad altre patologie che causano alterazioni nel corretto funzionamento del sistema immunitario, hanno un aumentato rischio di sviluppare carcinomi squamocellulari cutanei. Infine, alcune terapie antitumorali a bersaglio molecolare, come gli inibitori di BRAF quando vengono utilizzati in monoterapia, promuovono l’insorgenza di carcinomi squamocellulari cutanei eruttivi attraverso altri meccanismi, ad esempio aumentando l’efficacia di mutazioni preesistenti in aree cronicamente fotoesposte oppure diminuendo le difese nei confronti dell’HPV.
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MAT-IT-2200829. Ultimo aggiornamento 04/2022. Le informazioni presenti in questa pagina non sostituiscono il parere del medico
▼ I testi dell’area pubblica del sito sono stati realizzati con la collaborazione di: Dottor Francesco Spagnolo Dirigente Medico, U.O. Tumori Cutanei, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova; Dottoressa Claudia Trojaniello, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Napoli; Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale, Napoli